venerdì 13 aprile 2012

Che fine ha fatto Mr Y?

Le cose più appaganti del mio tempo libero sono, nell'ordine

Scrivere libri
Leggere libri
Parlare di libri

Voi "Non hai qualcos'altro da fare?"
Ape "Sì, ri - leggere libri"
Voi "No, qualcosa di più... sfizioso, ecco"
Ape "Ah, sì, certo! Una volta alla settimana mangio sushi"
Voi "Va be', Ape, stavi dicendo....?"

Dunque, sì... Io parlo di libri, commento libri, sparo un pippone insopportabile a chiunque mi capiti sotto tiro.
Ma non "recensisco". Non ne ho titolo, quindi se venite qui aspettando di trovare alte disquisizioni riguardo la letteratura, la sintassi, il climax di un libro... facciamo che cambiate sito.
Io mi limito a parlare di quanto ho amato un libro. Col cuore. Unica regola.

Oggi voglio prendermi un momento per parlarvi del primo libro di un'autrice che amo svisceratamente

"Che fine ha fatto MrY?" - Scarlett Thomas
Questo libro è stato dalla sottoscritta prestato a un ragazzo che ho conosciuto pensando gli sarebbe piaciuto. Penso, perchè tuttora non ho idea se sia stato di suo gradimento, dal momento che dopo quattro uscite, un concerto, un po' di vino e poco altro, ha ufficializzato la sua relazione con la sua ex... non nel senso che ci è tornato insieme, ma nel senso che nel suo cuore c'è solo lei (nel mio cuore è rimasto il libro che ho dovuto ricomprare).
Questo romanzo parla di un viaggio nella "Troposfera", il mondo della mente in cui la protagonista scopre di poter agire, chiaramente con conseguenze di un certo peso.
Potrebbe sembrare un po' pesante per chi, come me, non capisce quasi nulla di fisica, di relatività, di relazioni spazio/temporali... all'inizio mi sono soffermata su ogni parola cercando di comprenderne i significati più tecnici, poi me ne sono fregata e mi sono goduta la lettura. Se l'autrice mi dice che il tempo è la quarta dimensione, ci credo. Quando parla del gatto di Schrodinger nella scatola, mi fido di quel che dice; è l'unico modo per godersi il libro se siete profani.
Il Piccolo Chimico avrà apprezzato questo passaggio
Quel che mi ha colpito maggiormente è la serie di domande che porta a fare questo viaggio della protagonista:

Cambieremmo la mente degli altri, se fossimo sicuri di fare una cosa buona?
E come possiamo essere sicuri che sia una cosa buona?
Pensiamo a quello che esiste o esiste quello che pensiamo?
Dio ci ha creati o è il nostro pensiero che ha creato Dio?
Da dove deriva la coscienza?

A quest'ultima domanda l'autrice prova a rispondere con una scena bellissima di cui, chiaramente, non rivelo nulla, e che non vuole convincerci, anzi, pone altri numerosi dubbi.
Quel che amo di questo libro - e in generale di tutti i suoi - è che ci porta a pensare allo sfinimento, a confrontarci con noi stessi, con gli altri, a rivedere le rigidità delle nostre limitate conoscenze.

4 commenti:

  1. Nel caso ti volessi documentare sulla storia del gatto, ti consiglio di leggere questo post: http://ilrifugiodeicalzinispaiati.blogspot.it/2011/11/pensi-positivo-il-paradosso-del-gatto.html
    Non è mio, ma di Lisa (anche lei è nel progetto 10 parole). Mi piace il tuo modo di parlare dei libri con il cuore!

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  2. Grazie! Si, avevo letto il paradosso del gatto... Lo conosco e ci ho anche capito qualcosa :-) non sapevo che lisa fosse nel progetto, bene! Mi fa piacere che apprezzi il mio modo di parlare dei libri, per me la lettura e' di pancia, di emozioni, di sentimenti anche se, come in questo caso, fa molto pensare...

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  3. Io invece ci provavo a capire quel che diceva, ma considerando che le mie conoscenze nel campo stanno a zero e che lo leggevo negli afosi pomeriggi di agosto alla fine ne capivo poco e niente :P
    ciao, sandra

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  4. Ciao sandra, benvenuta... Eh, capisco perche' anche io ho provato e chiesto al fratellini fisico, che pero' mi incasinava ancora di piu' e go visto che per capire lamstoria non e' necessario infikarsi nei dettagli della fisica quantistica...

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